don quijote de la Mancha
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Sole, luna, elena.
Coincidenza semantica di termini opposti

FUSIONE DI ELEMENTI CONTRARI


Ne “L'interpretazione dei sogni”, Sigmund Freud osserva che nei sogni si opera una fusione fra elementi contrari, che finiscono con l'essere rappresentati da un'unica cosa.

Tale fusione esiste anche nel linguaggio; alcuni linguisti, come Karl Abel, sostengono che nelle lingue più antiche significati opposti ("forte-debole", "chiaro- scuro", "grande-piccolo") venissero espressi con la medesima radice linguistica, che indicherebbe, più che un polo, una polarità dialettica.

Del resto non esisterebbe il concetto di “forte”, se non fosse paragonabile a qualcosa di “debole” , come non esisterebbe lo Ying, se non ci fosse lo Yang.

Per esempio in area mediterranea, KEN (egiziano antico) significava originariamente "forte" e "debole", come se il significato originale del termine fosse “gradazione di forza”, sia che tale gradazione fosse minima (debole) sia che fosse massima (forte).


Altri esempi:

Latino
altus [alto, elevato], ma anche :[profondo]

clam [di nascosto, all'insaputa di] opposto a [clamo, grido.]

Spagnolo: Largo [lungo]



Tedesco
"Stimme" [voce] - "stumm" [muto].

Inglese-tedesco
"lock" [chiudere] - tedesco: "Loch" [buco], "Lucke" [apertura].

Inglese: "cleave" [spaccare] tedesco: "kleben" [attaccare].

L'inglese "without" (propriamente: con-senza) viene oggi impiegato nel solo significato di "senza"; ma "with" [con] mantiene un significato di privazione; basti pensare a

"withdraw"  [ritirare]  e

 "withhold"  [trattenere].


Inglese-italiano

Inglese: Black (nero) francese Blanc (Bianco) italiano Bianco

Inglese: Cold (freddo) italiano Caldo

Tale apparente difformità, comprensibile qualora si interpreti il termine, come detto, se se ne intende la compresenza di significati opposti, vale anche per un termine piuttosto antico, che ha subito diverse mutazioni nel corso dei secoli; quello che indica l'astro luminoso.

Luna e Sole, in effetti, hanno molto più a che fare l'uno con l'atro di quanto ci si potrebbe normalmente aspettare; il primo termine, deriva infatti dal greco antico Selene (attraverso il latino Luna); il secondo, dal greco Elios.

Sorprendentemente, Elios in origine presentava una S iniziale, caduta poi nella pronuncia attica, per cui il termine nasceva come Selios (come testimonia lo spirito aspro sull'eta iniziale)

ἥλιος, -ου, ὁ [elios] (s. m.)   sole. La presenza dello spirito aspro indica che tale nome andava pronunciato con un'aspirazione iniziale (Helios)

La luna (σελήνη, -ης, ἡ [selene] (s. f.)   luna ) mantiene il sigma iniziale, finché i romani non abbatteranno la prima sillaba, passando attraverso un presumibile Lene, che diviene Lune, poi Luna.

La donna più bella dell'antichità, Elena, deve il suo nome proprio alla luna, perdendo il sigma iniziale.

Figlia di Zeus e Leda e sorella dei Dioscuri Castore, Polluce e di Clitemnestra, incolpevole portatrice di distruzione, Ελένη rappresntò, con buona pace dei maschilisti nostrani, una dea Madre dai molti appellativi, sul cui culto si basavano le credenze religiose di tutta l'Europa Neolitica 1

Ignoto il meccanismo di riproduzione sessuale, al pensiero religioso era estraneo il concetto di paternità; la Dea sceglieva i propri amanti per la mera soddisfazione del piacere; gli uomini temevano la matriarca, la sua capacità di riprodursi, la riverivano e la ubbidivano.

Non soltanto la Luna, ma anche il Sole, a riprova di quanto detto in precedenza sulla comune origine dei due termini, “era uno dei simboli celesti della dea” 2.

“Le tre fasi della Luna si riflettevano nelle tre fasi della vita della matriarca: vergine [luna nuova], ninfa, vegliarda. In seguito [...] la dea fu identificata con i mutamenti stagionali che segnano la vita di piante ed animali.

In seguito, la dea fu identificata con Gea (la terra), e, con l'arrivo degli Arii, società maschilista (che evidentemente conosceva il meccanismo della riproduzione), Gea fu abbassata al rango di moglie di Zeus - Giove, e divenne Era. (Giunone per i romani)

A proposito di Zeus, l'origine del nome, è stato dimostrato, si può ricavare da Divus, Di̯ēus phater, chiamato anche Dyeus.

Stesso nome per il dio anche in Sanscrito (Dyaus/Dyaus Pita) e in latino (Jupiter, da Iuppiter, che deriva dal vocativo *dyeu-ph2tēr) dalla radice *dyeu- ("splendere" e nelle sue forme derivate "cielo, paradiso,dio"), presente anche nella mitologia nordica (*Tīwaz >, in Alto tedesco antico Ziu, in norreno Týr), da cui Thor.



1 Graves R., Greek Myths, 1963, Longanesi

2 Ibidem, ..., pag. 6